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Legge Omnibus: una minaccia per la sostenibilità e i diritti nell'UE

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L'8 novembre 2024, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato una proposta per modificare elementi chiave del Green Deal europeo attraverso una legge Omnibus. Questa iniziativa prevede la revisione della Direttiva sulla Due Diligence di Sostenibilità Aziendale (CSDDD), della Direttiva sulla Rendicontazione di Sostenibilità Aziendale (CSRD) e del Regolamento sulla Tassonomia. Sebbene il Green Deal europeo rappresenti un pilastro della governance sostenibile nell’UE, la riapertura di questi dossier legislativi ha suscitato preoccupazioni diffuse tra difensor* dei diritti umani, ambientalist*, sindacati e attivist* climatici. Questi gruppi chiedono alla Commissione Europea di salvaguardare l'integrità di queste leggi fondamentali, rispettarne le tempistiche originali di attuazione e garantire trasparenza in tutto il processo legislativo.


Le leggi sulla responsabilità aziendale sono essenziali per promuovere pratiche di business sostenibili e garantire che le imprese operanti nell'UE rispettino i diritti umani e gli standard ambientali. Rapporti recenti evidenziano l'urgenza di questi strumenti normativi, considerando lo sfruttamento nelle catene di approvvigionamento globali e i danni ambientali derivanti da pratiche insostenibili. Tuttavia, nonostante il ruolo cruciale di CSDDD, CSRD e del Regolamento sulla Tassonomia, crescono i timori che le modifiche proposte possano comprometterne l'efficacia. Ciò avviene in un momento in cui molte aziende sono già in ritardo nell'effettuare gli investimenti necessari per una transizione verso modelli di business sostenibili e resilienti.


L'incertezza generata dalla proposta di legge Omnibus comporta rischi significativi. Gli Stati membri che hanno avviato il recepimento di queste normative potrebbero subire interruzioni, mentre le aziende che non si sono preparate per conformarsi potrebbero essere premiate per la loro inazione. Un possibile indebolimento degli standard lungo le catene del valore rischia di innescare una "corsa al ribasso," minacciando la produzione europea e perpetuando abusi sui diritti umani e danni ambientali a livello globale. Paesi non appartenenti all'UE, come il Regno Unito, la Norvegia e il Brasile, stanno già avanzando leggi obbligatorie sulla due diligence; è necessario quindi che anche  l’UE riaffermi il suo ruolo di leader proteggendo e rafforzando il proprio quadro normativo sulla sostenibilità.

In risposta a questa situazione, il 14 gennaio, 170 organizzazioni della società civile, difensori dei diritti umani e sindacati hanno firmato una dichiarazione congiunta. HRIC, tramite la coalizione Impresa2030 ha sottoscritto la Lettera incentrata su 3 richieste principali:


  • Salvaguardare il quadro normativo dell'UE sulla responsabilità aziendale, inclusi la Direttiva sulla Due Diligence di Sostenibilità Aziendale (CSDDD), la Direttiva sulla Rendicontazione di Sostenibilità Aziendale (CSRD) e il Regolamento sulla Tassonomia.

  • Rispettare le tempistiche previste per l’adozione e l’attuazione di queste normative essenziali, fornendo linee guida chiare e tempestive per aiutare gli stakeholder a conformarsi.

  • Dare priorità alla trasparenza, chiarendo gli obiettivi della Commissione e garantendo informazioni dettagliate sullo scopo, l'ambito, le tempistiche, le procedure legislative, le valutazioni di impatto e le fasi di consultazione relative alla proposta di legge Omnibus.


È possibile leggere la versione integrale della dichiarazione congiunta, cliccando sul file sottostante.




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